La sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva: nuove proposte da parte della Commissione Europea

15/04/2024

Oltre ai nuovi obblighi introdotti dalla Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) sulla rendicontazione dei dati non finanziari delle imprese, che coinvolgerà nei prossimi anni oltre 45.000 aziende, il 23 febbraio 2022, la Commissione europea ha pubblicato una nuova proposta di direttiva sui temi della sostenibilità ESG.
La nuova Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), introduce il concetto di dovere di diligenza aziendale in materia di sostenibilità e responsabilità per violazioni di diritti umani e ambiente lungo la catena di fornitura, con lo scopo di indicare i requisiti obbligatori che le aziende devono attuare per identificare, prevenire e mitigare gli impatti negativi generati nei suddetti ambiti.

Gli eurodeputati e i funzionari governativi hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla direttiva, ma il suo futuro è stato messo in dubbio dopo le esitazioni dell'ultimo minuto di Germania e Italia. Ora le misure sembrano destinate a diventare legge, dopo che l'Italia ha approvato una versione ridotta della legislazione durante una riunione periodica dei diplomatici a Bruxelles. Attivisti sociali e ambientalisti come Oxfam e Amnesty International sostengono che le norme impediranno alle aziende di trarre profitto dalla sofferenza umana.

Il principale obiettivo della nuova direttiva (CSDDD) è quello di migliorare le pratiche di governance aziendale, aumentando la responsabilità delle imprese - evitando la frammentazione degli obblighi - e creando certezza giuridica per le parti interessate rispetto ai comportamenti e le responsabilità attese nella catena del valore.
Con il termine ‘catena di valore’ il Parlamento europeo chiarisce la volontà di includere all’interno di essa, sia le attività a monte che quelle a valle, coinvolgendo, senza alcuna limitazione, tutte le attività ed entità impegnate nella vendita, nella distribuzione, nel trasporto e nella produzione e sviluppo di prodotti e servizi.
La Direttiva Due Diligence si applicherà alle aziende che soddisferanno una delle condizioni seguenti:
  • imprese dell’UE sopra i 1000 dipendenti che abbiano generato un fatturato superiore ai 450 milioni di euro nell’ultimo esercizio per il quale è stato redatto il bilancio di esercizio;
  • aziende che hanno stipulato contratti di franchising o di licenza nell’Unione in cambio di royalties con società terze indipendenti, dove questi accordi garantiscono un'identità comune, un concetto aziendale comune e l’applicazione di metodi commerciali uniformi e dove tali royalties ammontano a più di 22,5 milioni di EUR nell'ultimo esercizio finanziario per il quale si effettua il bilancio annuale, e a condizione che la società abbia un fatturato mondiale superiore a 80 milioni di euro nell'ultimo esercizio finanziario;
  • società madre di gruppi di aziende che, prese congiuntamente, soddisfano queste condizioni.
Le imprese interessate dovranno mappare, prevenire e rimediare agli effetti negativi, potenziali o effettivi, delle proprie attività e delle aziende che lavorano per loro in ogni parte del mondo, sui diritti umani e sull’ambiente, come il lavoro minorile, la schiavitù, lo sfruttamento del lavoro, l’inquinamento, la deforestazione, l’eccesso di acqua. consumo o danni agli ecosistemi.

Come previsto per la CSRD anche per la CSDDD saranno previste delle sanzioni pecuniarie nel caso in cui non verranno rispettati gli obblighi previsti dalle direttive emergenti. Secondo il testo del Parlamento, infatti, le aziende non conformi a quanto introdotto dalla CSDDD, saranno responsabili dei danni e sanzionate dagli organismi di vigilanza nazionali, con multe fino ad almeno il 5% del fatturato netto mondiale. Tra le sanzioni, prevista anche la ‘denuncia pubblica’ che insieme con quella pecuniaria, includeranno il divieto di partecipare ad appalti pubblici nell’UE. 

Per prepararsi all’avvento di tali nuovi obblighi, tra gli strumenti attualmente volontari utili alla valutazione e misurazione della sostenibilità sui medesimi temi introdotti dalla direttiva, ricordiamo la piattaforma internazionale di rating Ecovadis. Strumento finalizzato a gestire, identificare e determinare gli effettivi e potenziali impatti, valutandone il rischio e la loro gestione, raggiungendo obiettivi e mantenendo sotto controllo le catene di fornitura globali.

Tale strumento, infatti, risulta utile per le future aziende soggette all’obbligo della CSDDD, a misurare, in modo del tutto volontario e preventivo, i propri impatti ESG sulla base di dati concreti.
Dalla sua fondazione nel 2007, EcoVadis è cresciuta fino a diventare il più grande e affidabile fornitore al mondo di valutazioni di sostenibilità aziendale, con lo scopo di migliorare le performance di tutte le catene logistiche globali. Obiettivo principale è quello di fornire valutazioni e approfondimenti affidabili sulle prestazioni aziendali, promuovendo e migliorando l’impatto positivo sul nostro pianeta in termini di ambiente, lavoro e diritti umani, etica ed approvigionamento sostenibile.
La sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva: nuove proposte da parte della Commissione Europea
Progesa propone ECONUP un programma di lavoro articolato su 6 fasi operative, coerenti agli standard internazionali e alle normative vigenti, oltre ai 17 obiettivi di Sostenibilità ONU.
Si propone di dotare l'Azienda di autonomi strumenti di gestione e controllo del  programma ESG.
Ha l’obiettivo di valorizzare le caratteristiche di sostenibilità dell’Impresa anche ricorrendo a servizi quali: Supporto alla transizione in Società Benefit ai sensi della L. n. 208 del 28 Dicembre 2015 ed eventuale certificazione B-Corp®, standard di certificazione EPDrating ESG con piattaforma ECOVADIS®certificazione Parità di Genere secondo UNI/PdR 125:2022.
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