📢 I 5 errori che le aziende fanno con i dati - Puntare solo sulla tecnologia trascurando le persone

07/10/2025

Puntare solo sulla tecnologia, trascurando le persone: il limite invisibile della trasformazione data-driven

Nel panorama attuale della trasformazione digitale, è fin troppo comune assistere a progetti che investono in modo massiccio in infrastrutture tecnologiche – data warehouse, piattaforme cloud, strumenti di BI, motori di intelligenza artificiale – ma che trascurano completamente il vero motore del cambiamento: le persone.

Troppe organizzazioni continuano a considerare la gestione dei dati come una questione esclusivamente tecnica, dimenticando che senza un cambiamento culturale diffuso, anche le soluzioni più all’avanguardia finiscono per essere sottoutilizzate, mal interpretate o rigettate dagli utenti. Il risultato? Dashboard ignorate, insight non compresi, processi decisionali ancora basati sull’intuito più che sull’evidenza analitica.

La cultura del dato come prerequisito strategico

Una cultura aziendale orientata al dato (data culture) rappresenta la base su cui costruire qualsiasi progetto di analytics o data governance. Significa promuovere la consapevolezza che il dato non è un prodotto “finito” affidato solo all’IT, ma un asset strategico condiviso da tutte le funzioni aziendali. Ogni collaboratore, indipendentemente dal ruolo, deve essere in grado di comprendere il significato dei dati, interagire con essi in modo consapevole e utilizzarli per migliorare le proprie attività operative e decisionali.

I motivi del fallimento: persone non coinvolte, strumenti incompresi

I progetti falliscono non perché manchino strumenti, ma perché manca il coinvolgimento attivo delle persone. La resistenza al cambiamento è spesso legata a fattori psicologici (timore di essere sostituiti, scarsa fiducia nella tecnologia), ma anche a lacune di tipo formativo e comunicativo. In molti casi, gli utenti finali non sono adeguatamente formati sull’utilizzo degli strumenti, o non comprendono il “perché” del progetto. Il dato viene così percepito come un elemento esterno, imposto, e non come una risorsa da valorizzare nel quotidiano.

Formazione, comunicazione e accompagnamento al cambiamento

Una strategia data-driven di successo non può prescindere da un piano strutturato di change management, che includa:

  • Formazione continua e personalizzata, non solo tecnica, ma anche culturale (data literacy): saper leggere, interpretare e contestualizzare un dato è una competenza trasversale sempre più cruciale.

  • Comunicazione interna trasparente, che spieghi gli obiettivi strategici dei progetti, i benefici attesi e il ruolo di ciascuno.

  • Coinvolgimento attivo dei team operativi, attraverso workshop, tavoli di lavoro, co-design dei processi e delle dashboard.

  • Misurazione dell’adozione, per capire se gli strumenti vengono realmente utilizzati e in che modo (es. KPI sull’engagement, feedback qualitativi, monitoraggio dell’utilizzo delle piattaforme).

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Le figure chiave per abilitare la data culture

L’inserimento di profili professionali specializzati come i Data Steward, i Data Analyst o i Chief Data Officer (CDO) rappresenta un passo fondamentale per strutturare una governance efficace. Tuttavia, queste figure non devono operare in isolamento, ma all’interno di un modello organizzativo basato su responsabilità distribuite. Ogni funzione aziendale deve avere referenti chiari per la gestione e la valorizzazione dei dati, in una logica di ownership condivisa.

In parallelo, è fondamentale:

  • Valorizzare le competenze esistenti, spesso sottoutilizzate, creando percorsi di crescita che premiano l’attitudine all’uso consapevole del dato.

  • Stimolare la collaborazione interfunzionale, superando logiche di silos e promuovendo la co-creazione di insight.

  • Investire in programmi di aggiornamento professionale, che rendano il dato parte integrante delle competenze core aziendali, anche per i ruoli non tecnici.

Conclusione: la tecnologia è un abilitatore, non un sostituto

In definitiva, la tecnologia è solo una leva abilitante: il vero cambiamento avviene quando l’organizzazione nel suo complesso assume il dato come linguaggio comune, come base oggettiva per prendere decisioni, innovare e generare valore.
Trascurare le persone significa vanificare gli investimenti, limitare il potenziale degli strumenti e lasciare inespresso il vero vantaggio competitivo della data transformation.

Solo integrando formazione, responsabilità e cultura del dato, si può costruire un’organizzazione realmente data-driven.

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