Tassonomia UE: fino a quando un'azienda potrà non usare il controllo di gestione?

05/11/2024

Quando si parla di sostenibilità ambientale è chiaro che si affronta un argomento che è sempre più comune e sempre più sensibile. A questo proposito la letteratura a riguardo è sempre maggiore, ma questo rischia di creare confusione, quindi facciamo chiarezza.
Il 27 giugno 2023, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Europea il Regolamento delegato (UE) 2023/2486, che integra il Regolamento (UE) 2020/852, e stabilisce i criteri per la valutazione delle condizioni necessarie affinché un'attività economica possa essere classificata come sostenibile. Questo nuovo Regolamento è entrato in vigore l'11 dicembre 2023, con applicazione delle sue disposizioni a partire dal 1° gennaio 2024 per le imprese soggette all'obbligo della dichiarazione non finanziaria ai sensi della Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD (Direttiva 2022/2464), inerente alla rendicontazione di sostenibilità aziendale.

 

Tassonomia UE: fino a quando un'azienda potrà non usare il controllo di gestione?
La CSRD è entrata ufficialmente in vigore il 5 gennaio 2023, andando a sostituire la precedente Non Financial Reporting Directive – NFRD (Direttiva 2014/95/UE) sulla rendicontazione non finanziaria, attuata in Italia dal D.Lgs. 2016/254. Il 25 settembre 2024 è entrato ufficialmente in vigore il decreto di recepimento italiano, D.Lgs. 2024/125 (pubblicato sulla GU n. 212 del 10 settembre 2024).
La CSRD è una normativa dell’Unione Europea che estende l'obbligo di rendicontazione della sostenibilità a un numero maggiore di organizzazioni e aziende. Questa direttiva è in linea con la strategia europea di assumere un ruolo di leadership globale in materia di sostenibilità, realizzata attraverso il piano “Green Deal”. Questo piano ambizioso mira a rendere l'Unione Europea climaticamente neutrale entro il 2050 e a orientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili.
Adeguarsi alle nuove direttive europee dovrebbe diventare una delle principali priorità per le aziende. Un esempio chiaro è il bilancio di sostenibilità, che sarà obbligatorio dal 2025 per le società quotate che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti:
  • oltre 500 dipendenti,
  • oltre 20 milioni di patrimonio netto,
  • oltre 40 milioni di ricavi netti.
Per le grandi aziende non quotate che rispettano almeno due di questi criteri, l'obbligo entrerà in vigore nel 2026.
Infine, le società non europee che generano un fatturato di almeno 150 milioni di euro nell'Unione Europea dovranno conformarsi a partire dal 2029.

La tassonomia UE

Una novità introdotta dalla direttiva CSRD al fine di realizzare questo obiettivo, è la Tassonomia UE, un sistema di classificazione che definisce quali attività economiche possono essere considerate ambientalmente sostenibili. Questo strumento si basa su criteri scientifici e su pareri di esperti, fornendo agli investitori indicazioni utili per riconoscere opportunità di investimento che soddisfino i requisiti ambientali stabiliti.
La Tassonomia definisce i criteri per identificare le attività sostenibili in base ai sei obiettivi ambientali, tra cui:
  • La mitigazione dei cambiamenti climatici
  • L’adattamento ai cambiamenti climatici
  • La protezione delle risorse idriche
  • La transizione verso un'economia circolare
  • La prevenzione e il controllo dell'inquinamento
  • La tutela della biodiversità.
Inoltre, le attività devono rispettare il principio del "Do No Significant Harm" (DNSH), ovvero non arrecare danno agli altri obiettivi ambientali e le "Garanzie minime" di salvaguardia che si riferiscono alle procedure adottate da un'impresa per assicurarsi che le sue operazioni siano conformi alle linee guida OCSE per le multinazionali.
Tassonomia UE: fino a quando un'azienda potrà non usare il controllo di gestione?
Queste Garanzie minime mirano a prevenire che attività e investimenti che violano i principi fondamentali (di giustizia sociale, diritti umani e diritti del lavoro, o che non rispettano le norme minime per una condotta aziendale responsabile) siano considerati "sostenibili". Per monitorare il rispetto dei criteri definiti dalla normativa, le aziende dovranno redigere una reportistica dettagliata che permetta agli istituti di crediti e agli operatori finanziari di valutare le performance ESG dell’azienda.
Gli obblighi di reporting relativi alla Tassonomia Europea sono stabiliti dai Regolamenti UE 2021/2178 e 2023/2486 e sono entrati in vigore il 1° gennaio 2024. L’analisi è composta da 4 fasi che conducono alla redazione del report e sono riassumibili in:
  1. Identificare se l’attività o le attività svolte dall’impresa sono ammesse dalla Tassonomia (Taxonomy-eligible), ossia sono presenti nell’elenco delle attività potenzialmente eco-sostenibili descritte negli Atti Delegati della CE. Da qui avremo tre macro categorie ovvero:
  • attività allineate,
  • attività ammissibili ma non allineate
  • attività non ammissibili,
  1. Verificare se l’attività potenzialmente sostenibile (Taxonomy-eligible) rispetta tutti i requisiti tecnici previsti dalla Tassonomia per essere considerata sostenibile e allineata alla Tassonomia (Taxonomy-aligned)
  2. Verificare il rispetto delle Garanzie minime di salvaguardia
  3. Calcolo delle metriche e reportistica
Le metriche che sono state individuate per l’analisi sono dei KPI specifici per società finanziarie e non finanziarie.
I KPI da considerare per le società finanziarie sono:
  • Green Asset Ratio (G.A.R.): Destinato a istituti bancari e società di investimento. Rappresenta la percentuale degli attivi investiti in settori economici conformi alla tassonomia rispetto al totale degli attivi gestiti.
  • Green Investment Ratio (G.I.R.): Destinato a gestori di patrimoni e compagnie di assicurazione e riassicurazione. Indica la media ponderata degli investimenti diretti a sostenere attività economiche che rispettano la tassonomia, espressa come percentuale rispetto al totale degli investimenti.
Per le società non finanziarie invece troviamo:
  • Turnover KPI: Percentuale del fatturato generato da prodotti o servizi legati a attività economiche considerate sostenibili e in linea con la Tassonomia.
  • CapEx KPI: Rappresenta la proporzione delle spese in conto capitale relative ad asset o processi allineati alla Tassonomia o che fanno parte di un piano (Piano CapEx) per aumentare o raggiungere la sostenibilità ambientale.
  • OpEx KPI: Rappresenta la proporzione di spese operative associate ad attività allineate alla Tassonomia o al Piano CapEx. Il KPI copre essenzialmente i costi non capitalizzati relativi alla manutenzione e all'assistenza dei beni aziendali (impianti, attrezzature) necessari per garantire l'uso continuativo ed efficace dei beni.
Tassonomia UE: fino a quando un'azienda potrà non usare il controllo di gestione?
Per facilitare il calcolo di questi ultimi tre KPI, l’Unione Europea ha messo a disposizione un EU Taxonomy Calculator, cioè uno strumento che permette alle imprese non finanziarie di calcolare i KPI richiesti.
Ricordiamo che all’interno del numeratore e del denominatore, è necessario inserire dati provenienti dalla contabilità aziendale. Questo rappresenta, ad oggi, una delle principali sfide per le aziende che non hanno ancora sviluppato una struttura adeguata. Per evitare questo problema, è chiaro che un sistema di controllo di gestione con strumenti appropriati può diventare la soluzione ideale per avere sempre a disposizione dati affidabili, report e informazioni economico-patrimoniali.
Un altro importante obiettivo è quello di tutelare gli investitori dal fenomeno del “greenwashing” (la strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un'immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale).

Cosa può fare Progesa per te?

Progesa vuole quindi assistere le imprese nella pianificazione e nella loro transizione verde, riducendo le disparità informative con i competitor e definendo chiaramente cosa significhi per l’azienda essere eco-sostenibili e interessare vecchi e nuovi investitori.
 
Tassonomia UE: fino a quando un'azienda potrà non usare il controllo di gestione?
Con Econup, Progesa propone un programma di lavoro articolato su 6 fasi operative, coerenti agli standard internazionali e alle normative vigenti, oltre ai 17 obiettivi di Sostenibilità ONU. Si propone inoltre di dotare l'Azienda di autonomi strumenti di gestione e controllo del programma ESG. Il nostro obiettivo è di valorizzare le caratteristiche di sostenibilità dell’Impresa anche ricorrendo a servizi quali: Supporto alla transizione in Società Benefit ai sensi della L. n. 208 del 28 Dicembre 2015 ed eventuale certificazione B-Corp®, standard di certificazione EPD, rating ESG con piattaforma ECOVADIS®, certificazione Parità di Genere secondo UNI/PdR 125:2022.
 
Oltre alle competenze acquisite in campo ESG, grazie al team di pianificazione e controllo potremo intervenire in modo strutturale nell’impostazione della contabilità analitica aziendale al fine di fornire i dati puntuali richiesti per il calcolo dei KPI e fornire eventuale supporto con idonei strumenti di reportistica.
 

VANTAGGI PER IMPRESE OBBLIGATE E NON

Se le imprese riuscissero ad allinearsi a questa iniziativa, si potrebbero realizzare vari benefici. In primo luogo, ci sarebbe un effetto positivo sull'ambiente. In secondo luogo, gli imprenditori potrebbero sperimentare un aumento della digitalizzazione nelle loro attività, grazie alla necessità di ricerca e analisi dei dati. Questo porterebbe a una maggiore organizzazione e a un'attenzione più dettagliata agli aspetti amministrativi e di controllo.
Il raggiungimento di specifici KPI e di una sostenibilità certificata dall'UE consente un accesso più vantaggioso al mercato dei capitali e del credito. Di certo, banche, investitori e, in generale, attori del settore finanziario sarebbero più motivati a canalizzare risorse verso imprese con iniziative ecocompatibili. Per le aziende, allinearsi alla Tassonomia UE è cruciale non solo per i motivi già menzionati, ma anche per rafforzare la propria reputazione sul mercato.

Il sistema normativo e metodologico introdotto dal Regolamento sulla Tassonomia e dagli atti collegati si propone di diventare un elemento fondamentale per la finanza sostenibile in Europa, influenzando anche le aziende non europee che desiderano entrare nel mercato. La comprensione di questa normativa e delle sue logiche sarà essenziale non solo per i soggetti obbligati, ma anche per tutte le organizzazioni, incluse le PMI, che, pur non avendo obblighi, hanno la necessità di valutare il proprio percorso verso la sostenibilità per accedere ai mercati dei capitali e alle nuove opportunità di finanza sostenibile.

Se non vuoi perdere tutte le opportunità di cui abbiamo trattato, ti invitiamo a contattarci per fissare il tuo appuntamento con i nostri tecnici.
 
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